La Camera di commercio della Romagna delinea il quadro dei primi mesi del 2025 relativi al territorio Romagna e alle province di Forlì-Cesena e Rimini, valorizzati dalle previsioni sullo scenario.
Il contesto generale e lo scenario - Fonte Prometeia
L’Istat ha diffuso la stima del PIL relativa al secondo trimestre, che vede un arretramento dello 0,1% rispetto al primo (+0,4% la crescita sul trimestre corrispondente). Un risultato non totalmente inatteso ma certamente peggiore nelle dimensioni e comunque preoccupante: nel Rapporto di Previsione di giugno Prometeia aveva già previsto un rallentamento nella crescita (allo 0,1% dallo 0,3% del Q1) ma la frenata è stata più intensa. Risultato che sarebbe stato determinato da una contrazione del valore aggiunto sia del settore agricolo che industriale, mentre quello dei servizi sarebbe rimasto stazionario. Dal lato della domanda, si rileva un contributo positivo della componente nazionale e un apporto negativo della componente estera netta.
Queste prime informazioni confermano un quadro congiunturale che vede sommarsi ad una ripresa molto debole della domanda interna, quasi interamente sostenuta dagli interventi finanziati coi fondi PNRR al netto dei quali gli investimenti risulterebbero in contrazione, una domanda estera zavorrata dai dazi, effettivi e minacciati.
Secondo le ancora incomplete informazioni sull’interscambio commerciale, infatti, le esportazioni nel secondo trimestre si sarebbero contratte rispetto al primo, quando invece avevano registrato un sussulto positivo, anche come anticipazione delle nuove tariffe doganali che si temeva sarebbero state introdotte.
Un’interpretazione avallata dai risultati non uniformi registrati nel secondo trimestre dai maggiori paesi europei: mentre Spagna (+0,7%) e Francia (+0,3%) hanno registrato una crescita del PIL anche superiore alle attese, Italia e Germania sono risultate le più deboli, entrambe con un arretramento dello 0,1%. La debolezza pregressa del settore industriale e la maggiore esposizione all’interscambio con gli USA, da un lato, a fronte della maggiore forza della domanda interna, dall’altro, spiegano queste diverse performance.
Secondo le ultime stime di Prometeia (luglio 2025) la crescita dell’economia mondiale (PIL) si attesterà intorno al 2,7% nel 2025 e al 2,6% nel 2026, nell’area euro la crescita è prevista intorno all’1,2% nel 2025 e all’1,1% nel 2026 mentre in Italia è stimata per lo 0,6% nel 2025 e lo 0,7% nel 2026.
"Il nostro Osservatorio Economico conferma un quadro complesso e incerto, che però mostra segnali di resilienza e indica la strada da percorrere per le imprese. I dati dei primi mesi del 2025 evidenziano come il nostro sistema economico, nell'area della Romagna e nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, stia affrontando le sfide con determinazione. Tuttavia, non possiamo ignorare le complessità dello scenario, come lo shock legato ai dazi imposti dagli USA che pregiudicano il commercio mondiale e le altre dinamiche geopolitiche – commenta Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Tutto questo non deve, però, distoglierci dalle nostre priorità. È proprio in momenti come questi che dobbiamo concentrarci con maggiore lucidità sulle leve di sviluppo a nostra disposizione e l’attenzione deve essere fortemente rivolta a due aree di investimento fondamentali: formazione e tecnologia. Gli investimenti in formazione sono un'esigenza imprescindibile per affrontare la transizione che stiamo vivendo. Dobbiamo fare in modo che le nostre piccole imprese e i nostri lavoratori acquisiscano le competenze necessarie per innovare e competere in un mercato in continua evoluzione. Allo stesso tempo, incentivare gli investimenti in tecnologia è la chiave per aumentare la nostra competitività. percorsi come questi, che si muovono trasversalmente su tutti i settori del nostro territorio, sono le strade che possono ragionevolmente dare le maggiori chance di sviluppo. La Camera di commercio della Romagna continuerà a essere al fianco delle imprese per sostenerle in questi investimenti fondamentali per il futuro della nostra economia".
I dati aggiornati della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini
Sintesi
In un contesto internazionale e generale decisamente complesso e incerto, nei primi mesi del 2025 il sistema economico dell’area Romagna Forlì-Cesena e Rimini ha fatto rilevare diffusi segnali difficoltà e alcuni segnali positivi.
Il periodo di analisi è stato caratterizzato dai seguenti trend:
- sostanziale stabilità delle imprese attive e lieve aumento delle localizzazioni
- livelli che si confermano comunque elevati di imprenditorialità
- crescita del tasso di occupazione (dati anno 2024)
- calo del tasso di disoccupazione (dati anno 2024)
- crescita delle ore autorizzate di Cassa integrazione
- calo della produzione industriale
- aumento delle esportazioni
- crescita delle presenze turistiche
Secondo gli scenari Prometeia, aggiornati a luglio 2025, al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2025 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto, sostanzialmente in linea con le precedenti stime di aprile, che dovrebbe attestarsi intorno al +0,6% (+0,8% per l’Emilia-Romagna, +0,7% per l’Italia).
Dettaglio
Al 1/1/2025 la circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna, che interessa le province di Forlì-Cesena e di Rimini, ha una superficie complessiva di 3.300 kmq e comprende 57 comuni; la popolazione residente ammonta a 734.293 abitanti, di cui l’11,3% ha nazionalità straniera.
Nel 2023 la stima del valore aggiunto nominale (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è pari a 24,7 miliardi di euro (+6,0% sul 2022), con un valore aggiunto pro-capite di 33.789 euro; l’export complessivo dell’anno 2024, a valori correnti, ammonta a 7,4 miliardi di euro (-2,2% annuo) mentre nel primo trimestre del 2025 risulta di 1,8 miliardi di euro (+0,9% sullo stesso periodo dell’anno precedente).
Al 30/06/2025 sono attive, nel complesso, 70.111 imprese (sedi), sostanzialmente stabili rispetto al 30/06/2024 (-0,2%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 96 imprese attive ogni mille abitanti (87 in Emilia-Romagna, 86 in Italia).
Secondo gli scenari Prometeia, aggiornati a luglio 2025, nel complesso, l’area Romagna (FC-RN) ha fatto registrare nel 2024 una stabilità del valore aggiunto stimato, rispetto al +0,1% regionale e al +0,5% nazionale.
Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2025 indicano un andamento in recupero del valore aggiunto complessivo, sostanzialmente in linea con le precedenti stime di aprile, che dovrebbe attestarsi intorno al +0,6% (+0,8% per Emilia-Romagna, +0,7% per l’Italia).
I dati aggiornati della provincia di Forlì-Cesena
Sintesi
In un contesto generale decisamente complesso e incerto, nei primi mesi del 2025 il sistema economico della provincia di Forlì-Cesena ha fatto rilevare diffusi indicatori in terreno negativo e alcuni in terreno positivo.
Il periodo di analisi è stato caratterizzato dai seguenti trend:
- lieve calo delle sedi di impresa e lieve crescita delle localizzazioni, con livelli alti di imprenditorialità
- aumento delle start-up innovative
- nel settore agricolo, flessioni produttive per Cereali e Frutta estiva, a causa delle condizioni meteo stagionali e degli allagamenti nel periodo di semina
- negative le variabili della produzione e del fatturato Manifatturiero, sia nel trimestre di riferimento sia nella media annuale
- in aumento il volume d’affari nelle Costruzioni
- in netto calo le vendite del Commercio al dettaglio, in particolare nella piccola distribuzione
- incremento delle esportazioni
- flessione degli arrivi e delle presenze turistiche
- sostanziale stabilità dell’Artigianato
- riduzione delle Cooperative
- lieve aumento del tasso di occupazione (dati anno 2024)
- calo del tasso di disoccupazione (dati anno 2024)
- crescita decisa delle ore autorizzate di CIG, soprattutto di quella straordinaria; livelli, comunque, relativamente contenuti nel confronto con le altre province regionali
- sostanziale stabilità dei prestiti e lieve calo dei depositi; aumento del valore dei titoli a custodia
Secondo gli Scenari Prometeia, aggiornati a luglio 2025, al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2025 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto, sostanzialmente in linea con le precedenti stime di aprile, che dovrebbe attestarsi intorno al +0,6% (+0,8% per l’Emilia-Romagna, +0,7% per l’Italia).
Dettaglio
La popolazione residente al 31/12/2024 è pari a 393.628, di cui l’11,5% stranieri; positivo il saldo migratorio (+2.851 unità complessive), indice di attrattività della provincia.
Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 30/06/2025, è costituito da 35.467 imprese attive (sedi), in lieve calo rispetto al 30/06/2025 (-0,3%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 90 imprese attive ogni mille abitanti (87 in Emilia-Romagna, 86 in Italia). Più della metà delle imprese attive (il 55,3%) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 22,6% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, ben il 93,2% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti.
Sostanzialmente stabili le imprese artigiane (-0,2%, 11.345 al 30/06/2025) mentre si riduce il numero delle imprese cooperative (431 al 30/06/2025, -0,7% annuo).
Le start-up innovative, a fine giugno, risultano 51, in crescita tendenziale (+10,9%); la maggior parte delle stesse (45 unità) opera nel macrosettore dei Servizi.
In merito all’andamento dei principali settori, riguardo a quello primario, la consistenza delle imprese agricole attive (5.736 unità al 30/06/2025) è in flessione del 2,2% rispetto al 30/06/2024, così come sono in calo le imprese della pesca (-1,1%, 87 unità al 30/06/2025). Con riferimento a quest’ultimo comparto, nel mercato ittico all’ingrosso di Cesenatico, nel periodo gennaio-giugno 2025, si rileva una diminuzione delle quantità commercializzate (-20,3% sui primi sei mesi del 2024) e del corrispondente valore del pescato (-12,3%), che risulta pari a 3,6 milioni di euro nella prima metà di quest’anno.
I dati relativi all’industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna (rivolta a imprese con più di 9 addetti), al primo trimestre 2025, risultano negativi per la produzione (-4,4% sul primo trimestre 2024), il fatturato (-7,5%) e gli ordini interni (-1,9%); positiva, invece, la dinamica degli ordini esteri (+2,7%). Negativa, poi, anche la tendenza media degli ultimi 12 mesi della produzione e del fatturato (rispettivamente, -3,2% e -3,6%). La contrazione della produzione (sui 12 mesi) investe diversi comparti, con il maggiore decremento per quello delle calzature (-12,9%), seguito da macchinari (-11,8%) e legno (-5,9%); in aumento, invece, il comparto confezioni (+15,3%) e alimentare (+4,0%). In tale contesto si inserisce il calo dell’occupazione negli ultimi 12 mesi (-1,7%). In merito, infine, alla struttura produttiva, si rileva una riduzione della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 30 giugno 2025 (-1,5%, 3.240 unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel settore edile (5.593 unità a fine giugno) si riscontra una sostanziale stabilità annua del numero di imprese attive (-0,2%); in aumento, invece, rispetto al primo trimestre 2024, il relativo volume d’affari nel primo trimestre dell’anno in corso (+1,9%) (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).
Per ciò che concerne il commercio al dettaglio, le vendite, nel primo trimestre 2025, in termini tendenziali, risultano in netta diminuzione (-3,5%), con una variazione negativa sia del comparto alimentare (-3,3%) sia di quello non alimentare (-4,5%); riguardo alla dimensione, a soffrire maggiormente è la piccola distribuzione (-6,3%), rispetto a quella media (-1,2%) e grande (-1,5%). In termini di numerosità, le imprese attive del commercio al dettaglio (3.522 unità al 30/06/2025) risultano in calo annuo dell’1,9%, così come la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (ingrosso, dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta, sempre al 30/06/2025, 7.212 imprese (-2,2% rispetto al 30/06/2024); continua, invece, il trend positivo delle imprese e-commerce (241 unità, +2,1%).
Nel 1° trimestre 2025 aumentano le esportazioni in provincia di Forlì-Cesena (pari a 1.157 milioni di euro): +3,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, diversamente dal calo regionale (-1,1%) e in linea con la variazione positiva nazionale (+3,2%). Riguardo ai principali prodotti, crescono le esportazioni degli articoli sportivi (+12,1%, 7,9% del totale), dei prodotti di colture agricole permanenti (+32,5%, 7,6%), delle navi e imbarcazioni (+18,7%, 7,6%) e degli articoli in materie plastiche (+5,4%, 5,0%); diminuiscono, invece, le esportazioni dei mobili (-14,4%, 7,4% del totale) e dei tubi, condotti, profilati cavi e accessori in acciaio (-2,0%, 7,4%). Per ciò che concerne i principali Paesi export, troviamo, nell’ordine: Francia (18,6% del totale), Germania (12,9%), Spagna (6,9%), Stati Uniti (6,2%), Regno Unito (4,2%), Polonia (3,7%) e Paesi Bassi (3,7%). Di questi, risultano in crescita Francia (+20,9%), Germania (+15,7%), Spagna (+6,4%), Regno Unito (+20,3%) e Polonia (+3,1%) mentre sono in flessione Stati Uniti (-9,9%) e Paesi Bassi (-10,5%).
Per ciò che concerne il turismo, le imprese attive dei servizi di alloggio e ristorazione (2.670 unità al 30/06/2025) risultano in diminuzione annua (-0,7%). Non positivi nemmeno i dati provvisori sul movimento turistico (comprensivi, da quest’anno, delle statistiche relative agli alloggi privati gestiti in forma non imprenditoriale) che, nel periodo gennaio-giugno 2025, registrano una diminuzione annua degli arrivi dell’1,4% (521.007 unità) e, lievemente, delle presenze dello 0,3% (1.965.274 unità). Le flessioni, rispetto ai primi sei mesi del 2024, interessano la clientela nazionale (-1,9% di arrivi e -1,6% di presenze) mentre aumenti caratterizzano quella estera (+1,2% di arrivi e +5,4% di presenze). Nello specifico, giugno, primo mese della stagione estiva, chiude con un -5,5% di arrivi e -1,1% di presenze. In crescita, invece, nel primo trimestre 2025, il fatturato dell’intero settore (+0,6% rispetto al primo trimestre 2024, come risulta da indagine congiunturale Unioncamere E-R).
Le imprese attive nel comparto “trasporti di merci su strada” (879 al 30/06/2025) sono in crescita dello 0,6% mentre risultano stabili quelle del settore principale rappresentato da trasporti e magazzinaggio (1.153 unità).
Nel periodo gennaio-giugno 2025, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto Ridolfi di Forlì: in termini tendenziali, -2,3% di arrivi (26.355 unità) e -4,4% di partenze (25.104 unità).
I dati ISTAT Forze di lavoro relativi all’anno 2024 (media dei quattro trimestri), ultimo aggiornato, rilevano per la provincia di Forlì-Cesena:
- un tasso di attività (15-64 anni) pari al 73,3% (in calo di 1,1 punto percentuale rispetto al 2023), inferiore al dato regionale (73,6%) ma superiore alla media nazionale (66,6%);
- un tasso di occupazione (15-64 anni) pari al 70,7% (+0,3 punti percentuali), superiore al dato regionale (70,3%) e nazionale (62,2%);
- un tasso di disoccupazione (15-74 anni) del 3,4% (-1,8 p. p.), più basso sia della media regionale (4,3%) sia di quella nazionale (6,5%).
In decisa crescita le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-giugno 2025 (2,3 milioni di ore): +46,2%, infatti, rispetto ai primi sei mesi del 2024, con un sensibile incremento della CIG ordinaria (+40,0%, 54,3% del totale) e, soprattutto, di quella straordinaria (+54,2%, 45,7%). A livello settoriale, le ore autorizzate si concentrano in netta prevalenza nel Manifatturiero (95,0% del totale, +50,5%). Nel confronto con le altre province regionali, comunque, i livelli di CIG si mantengono relativamente contenuti.
Negativo risulta il saldo attivazioni-cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente nel primo trimestre 2025: -692 posizioni, con 25.311 attivazioni e 26.003 cessazioni; tale saldo è causato, da un lato, dal calo delle posizioni in agricoltura (-1.677), non compensate dall’aumento negli altri settori (+985), dall’altro, dal calo delle posizioni a tempo determinato, di lavoro somministrato e di apprendistato (-1.567), non compensate dall’aumento delle posizioni a tempo indeterminato (+875).
Rimanendo in tema di lavoro, un cenno alle dimissioni volontarie, che nel forlivese-cesenate, nei primi tre mesi del 2025, hanno caratterizzato 3.522 rapporti di lavoro dipendente; nello specifico, queste costituiscono il 32,3% del totale delle cessazioni e risultano in diminuzione rispetto al primo trimestre 2024 (-7,5%).
Come sostegno economico di contrasto alla povertà, a giugno 2025 sono 1.190 i nuclei familiari che hanno percepito l’assegno di inclusione, con un importo medio mensile di 566 euro (+1,8% sull’importo medio mensile di maggio 2024); 42.284 nuclei familiari hanno invece percepito, nell’anno 2024 (ultimo dato aggiornato), l’assegno unico universale, con un importo medio mensile di 262 euro (+5,2% sull’importo medio mensile dell’anno 2023).
Riguardo all’andamento del credito, al 31/03/2025 i prestiti totali ammontano a 10.386 milioni di euro, di cui il 54,7% alle imprese, il 42,0% alle famiglie e il 3,3% ad altri soggetti (società finanziarie, enti pubblici, istituzioni senza scopo di lucro). Rispetto al 31 marzo 2024 si registra una sostanziale stabilità dei prestiti concessi (-0,1%); nel dettaglio, calano i prestiti alle imprese (-1,6%) e, nello specifico, verso quelle piccole (-7,5%, -0,1% le medio-grandi) mentre crescono quelli alle famiglie (+2,3%). Si evidenzia, poi, il lieve decremento annuo dei depositi (-0,3%, 11.999 milioni di euro al 31 marzo 2025), a cui si contrappone l’aumento del valore dei titoli a custodia: titoli gestiti dagli Organismi di investimento collettivo del risparmio (+11,7%, 4.119 milioni di euro) e titoli di Stato (+9,2%, 2.586 milioni di euro). In ultimo, l’incidenza delle sofferenze sui prestiti totali, al primo trimestre 2025, risulta pari allo 0,9%, in progressiva diminuzione, sostanzialmente in linea con il dato di Emilia-Romagna (1,0%) e Italia (1,0%).
In relazione al Fondo di Garanzia per le imprese, che, nel dettaglio, interessa le PMI, le small mid cap, gli Enti del Terzo settore e i professionisti titolari di partita IVA, tra gennaio e marzo 2025 sono state accolte 437 operazioni di finanziamento relative alle imprese di Forlì-Cesena (9,6% del totale regionale), in sensibile crescita annua (+18,1%); l’importo finanziato complessivo ammonta a 69 milioni di euro (+5,1%) mentre l’importo finanziato medio (per singola operazione) risulta di 158mila euro (188mila euro in Emilia-Romagna, 186mila euro in Italia).
In tale contesto si inserisce il discorso relativo all’inflazione sul territorio, misurata dall’indice ISTAT NIC (prezzi al consumo per l’intera collettività). Sulla base di tale indice, la variazione tendenziale media per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena) nel semestre gennaio-giugno 2025 è stata pari a +1,0% (Emilia-Romagna: +1,7%, Italia: +1,7%), con un trend crescente nei primi tre mesi (da +0,7% di gennaio a +1,2% di marzo), calante nei due successivi (+1,0% in aprile e maggio) e in leggera ripresa a giugno (+1,2%), anche se, nel complesso, la dinamica inflattiva nel periodo analizzato rimane sostanzialmente contenuta; nello specifico, l’incremento del mese di giugno risulta inferiore a quello sia regionale (+1,7%) sia nazionale (+1,7%).
Complessivamente, secondo gli Scenari Prometeia, aggiornati a luglio 2025, la provincia di Forlì-Cesena ha fatto registrare nel 2024 un lieve aumento del valore aggiunto stimato pari allo 0,3%, rispetto al +0,1% regionale e al +0,5% nazionale.
Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2025 indicano nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto, sostanzialmente in linea con le precedenti stime di aprile, che dovrebbe attestarsi intorno al +0,6% (+0,8% in Emilia-Romagna, +0,7% in Italia).
I dati aggiornati della provincia di Rimini
Sintesi
In un contesto generale decisamente complesso e incerto, nei primi mesi del 2025 il sistema economico di Rimini, ha fatto rilevare numerosi indicatori in terreno negativo e qualche segnale positivo.
Il periodo di analisi è stato caratterizzato dai seguenti trend:
- stabilità delle sedi di impresa e lieve aumento delle localizzazioni, con livelli elevati di imprenditorialità
- diminuzione delle start-up innovative
- nel settore primario, ridimensionamento della base imprenditoriale e della produzione lorda vendibile agricola e del valore del pescato
- negative le variabili della produzione e del fatturato Manifatturiero, sia nel trimestre di riferimento sia nella media annuale
- stabile il volume d’affari nelle Costruzioni
- in calo le vendite del Commercio al dettaglio, soprattutto nel comparto alimentare
- diminuzione delle esportazioni
- crescita degli arrivi e delle presenze turistiche
- sostanziale stabilità dell’Artigianato
- lieve riduzione delle Cooperative
- aumento del tasso di occupazione (dati anno 2024)
- calo del tasso di disoccupazione (dati anno 2024)
- flessione delle ore autorizzate di CIG, causa decremento di quella straordinaria; livelli, però, relativamente alti nel confronto con le altre province regionali
- calo dei prestiti e depositi; aumento del valore dei titoli a custodia
Secondo gli Scenari Prometeia, aggiornati a luglio 2025, al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2025 indicano però nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto, sostanzialmente in linea con le precedenti stime di aprile, che dovrebbe attestarsi intorno al +0,5% (+0,8% per l’Emilia-Romagna, +0,7% per l’Italia).
Dettaglio
La popolazione residente al 31/12/2024 è pari a 340.665, di cui l’11,1% stranieri; positivo il saldo migratorio (+2.500 unità complessive), indice di attrattività della provincia.
Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 30/06/2025, è costituito da 34.644 imprese attive (sedi), stabili rispetto al 30/06/2024 (-0,1%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 102 imprese attive ogni mille abitanti (87 in Emilia-Romagna, 86 in Italia). La metà delle imprese attive (il 49,9% per l’esattezza) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 25,8% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, ben il 93,8% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti.
Sostanzialmente stabili le imprese artigiane (-0,2%, 9.618 al 30/06/2025) mentre si riduce lievemente il numero delle imprese cooperative (243 al 30/06/2025, -0,4% annuo).
Le start-up innovative, a fine giugno, risultano 79, in calo tendenziale (-2,5%); la maggior parte delle stesse (56 unità) opera nel macrosettore dei Servizi.
In merito all’andamento dei principali settori, riguardo a quello primario, la consistenza delle imprese agricole attive (2.253 unità al 30/06/2025) è in flessione del 2,9% rispetto al 30/06/2024, così come sono in calo le imprese della pesca (-1,1%, 182 unità al 30/06/2025). Con riferimento a quest’ultimo comparto, nel mercato ittico all’ingrosso di Rimini, nel periodo gennaio-giugno 2025, si rileva una diminuzione delle quantità commercializzate (-17,3% sui primi sei mesi del 2024) e del corrispondente valore del pescato (-24,6%), che risulta pari a 4,4 milioni di euro nella prima metà di quest’anno.
I dati relativi all’industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna (rivolta a imprese con più di 9 addetti), al primo trimestre 2025, risultano negativi per la produzione (-9,0% sul primo trimestre 2024), il fatturato (-9,2%) e gli ordini esteri (-11,0%); positiva, invece, la dinamica degli ordini interni (+5,7%). Negativa, poi, anche la tendenza media degli ultimi 12 mesi della produzione e del fatturato (rispettivamente, -10,3% e -10,8%). La contrazione della produzione (sui 12 mesi) investe tutti i comparti, ad eccezione di legno e mobili (+9,2%), con il maggiore decremento per abbigliamento e accessori (-19,4%), seguito da macchinari (-16,8%) e prodotti in metallo (-7,1%). In tale contesto si inserisce l’aumento dell’occupazione negli ultimi 12 mesi (+0,8%). In merito, infine, alla struttura produttiva, si rileva una riduzione della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 30 giugno 2025 (-2,4%, 2.364 unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel settore edile (5.186 unità a fine giugno) si riscontra un lieve incremento annuo del numero di imprese attive (+0,5%); stabile, invece, rispetto al primo trimestre 2024, il relativo volume d’affari nel primo trimestre dell’anno in corso (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).
Per ciò che concerne il commercio al dettaglio, le vendite, nel primo trimestre 2025, in termini tendenziali, risultano in calo (-1,8%), con una variazione negativa sia del comparto alimentare (-3,8%) sia di quello non alimentare (-1,7%); riguardo alla dimensione, si assiste ad una flessione nelle tre tipologie, ovvero piccola (-1,8%), media (-2,4%) e grande (-1,5%). In termini di numerosità, le imprese attive del commercio al dettaglio (4.485 unità al 30/06/2025) risultano in calo (-2,5% annuo), così come la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (ingrosso, dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta, al 30/06/2025, 8.182 imprese (-1,8% rispetto al 30/06/2024); dinamica annua negativa anche delle imprese e-commerce (323 unità, -4,7%).
Nel 1° trimestre 2025 calano le esportazioni in provincia di Rimini (pari a 680 milioni di euro): -2,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, superiore alla variazione altrettanto negativa regionale (-1,1%) e diversamente da quella positiva nazionale (+3,2%). Riguardo ai principali prodotti, calano le esportazioni dei primi due, ovvero articoli di abbigliamento (-2,6%, 16,2% del totale) e macchine utensili e per la formatura dei metalli (-15,1%, 12,9%); crescono, invece, le esportazioni delle navi e imbarcazioni (+20,9%, 11,1% del totale), delle altre macchine di impiego generale (forni, caldaie, condizionatori, distributori automatici) (+6,9%, 8,3%), degli altri prodotti alimentari (zucchero, cacao, condimenti vari, pasti pronti, alimenti dietetici) (+22,3%, 6,2%) e delle bevande (+11,4%, 4,2%). Per ciò che concerne i principali Paesi export, troviamo, nell’ordine: Stati Uniti (12,7% del totale), Germania (8,7%), Francia (8,7%), Regno Unito (6,1%), Spagna (5,4%) e Polonia (4,4%); di questi, risultano in crescita Germania (+22,4%), Spagna (+22,2%) e Polonia (+20,0%) mentre sono in flessione Stati Uniti (-20,2%), Francia (-3,5%) e Regno Unito (-34,0%).
Per ciò che concerne il turismo, le imprese attive dei servizi di alloggio e ristorazione (4.729 unità al 30/06/2025) risultano sostanzialmente stabili (-0,2%). Positivi i dati provvisori sul movimento turistico (comprensivi, da quest’anno, delle statistiche relative agli alloggi privati gestiti in forma non imprenditoriale) che, nel periodo gennaio-giugno 2025, registrano un incremento annuo degli arrivi del 3,2% (1.670.217 unità) e delle presenze dell’1,4% (5.217.546 unità). Gli aumenti, rispetto ai primi sei mesi del 2024, interessano sia la clientela nazionale (+3,1% di arrivi e +0,5% di presenze) sia quella estera (+3,6% di arrivi e +4,1% di presenze). Nello specifico, giugno, primo mese della stagione estiva, chiude con un -1,3% di arrivi e +1,6% di presenze. In calo, invece, nel primo trimestre 2025, il fatturato dell’intero settore (-0,7% rispetto al primo trimestre 2024, come risulta da indagine congiunturale Unioncamere E-R).
Le imprese attive nel comparto “trasporti di merci su strada” (497 al 30/06/2025) sono in flessione del 2,2%, così come quelle del settore principale rappresentato da trasporti e magazzinaggio (-0,6%, 877 unità). Decisamente positivi, invece, nel periodo gennaio-giugno 2025, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto Fellini di Rimini: in termini tendenziali, +30,8% di arrivi (83.755 unità) e +31,3% di partenze (81.684 unità).
I dati ISTAT Forze di lavoro relativi all’anno 2024 (media dei quattro trimestri), ultimo aggiornato, rilevano per la provincia di Rimini:
- un tasso di attività (15-64 anni) pari al 71,8% (in crescita di 1,3 punti percentuali rispetto al 2023), inferiore al dato regionale (73,6%) e superiore alla media nazionale (66,6%);
- un tasso di occupazione (15-64 anni) pari al 68,3% (+3,2 punti percentuali), minore del dato regionale (70,3%) ma più alto di quello nazionale (62,2%);
- un tasso di disoccupazione (15-74 anni) del 4,7% (-2,7 p. p.), maggiore rispetto alla media regionale (4,3%) ma più basso di quella nazionale (6,5%).
In flessione le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-giugno 2025 (3,2 milioni di ore): -15,5%, infatti, rispetto ai primi sei mesi del 2024, con un sensibile decremento della CIG straordinaria (-36,6%, 43,8% del totale), mentre aumenta quella ordinaria (+14,1%, 56,2%). A livello settoriale, le ore autorizzate si concentrano in netta prevalenza nel Manifatturiero (95,9% del totale, -17,2%). Nel confronto con le altre province regionali, però, i livelli di CIG si assestano a livelli relativamente alti.
Positivo risulta il saldo attivazioni-cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente nel primo trimestre 2025: +308 posizioni, con 23.136 attivazioni e 22.828 cessazioni; tale saldo è determinato, da un lato, soprattutto dall’aumento delle posizioni nei servizi (escluso commercio e turismo) (+502), dall’altro, dall’aumento delle posizioni a tempo indeterminato (+477), che compensano il calo delle posizioni di lavoro dipendente a tempo determinato, di lavoro somministrato e di apprendistato (-169).
Rimanendo in tema di lavoro, un cenno alle dimissioni volontarie, che nel riminese, nei primi tre mesi del 2025, hanno caratterizzato 2.587 rapporti di lavoro dipendente; nello specifico, queste costituiscono il 16,9% del totale delle cessazioni e risultano in diminuzione rispetto al primo trimestre 2024 (-5,7%).
Come sostegno economico di contrasto alla povertà, a giugno 2025 sono 1.535 i nuclei familiari che hanno percepito l’assegno di inclusione, con un importo medio mensile di 599 euro (+8,7% sull’importo medio mensile di maggio 2024); 36.115 nuclei familiari hanno invece percepito, nell’anno 2024 (ultimo dato aggiornato), l’assegno unico universale, con un importo medio mensile di 253 euro (+5,0% sull’importo medio mensile dell’anno 2023).
Riguardo all’andamento del credito, al 31/03/2025 i prestiti totali ammontano a 8.357 milioni di euro, di cui il 54,9% alle imprese, il 41,1% alle famiglie e il 4,0% ad altri soggetti (società finanziarie, enti pubblici, istituzioni senza scopo di lucro). Rispetto al 31 marzo 2024 si registra una flessione del 2,1% dei prestiti concessi; nel dettaglio, calano i prestiti alle imprese del 4,7% (-3,0% le medio-grandi, -9,8% le piccole) mentre crescono quelli alle famiglie (+1,9%). Si evidenzia, poi, il decremento annuo dei depositi (-0,9%, 10.327 milioni di euro al 31 marzo 2025), a cui si contrappone l’aumento del valore dei titoli a custodia: titoli gestiti dagli Organismi di investimento collettivo del risparmio (+11,3%, 3.179 milioni di euro) e titoli di Stato (+8,7%, 2.771 milioni di euro). In ultimo, l’incidenza delle sofferenze sui prestiti totali, al primo trimestre 2025, risulta pari all’1,3%, in progressiva diminuzione, superiore al dato di Emilia-Romagna (1,0%) e Italia (1,0%).
In relazione al Fondo di Garanzia per le imprese, che, nel dettaglio, interessa le PMI, le small mid cap, gli Enti del Terzo settore e i professionisti titolari di partita IVA, tra gennaio e marzo 2025 sono state accolte 375 operazioni di finanziamento relative alle imprese di Rimini (8,3% del totale regionale), in sensibile crescita annua (+22,1%); l’importo finanziato complessivo ammonta a 51 milioni di euro (+27,3%) mentre l’importo finanziato medio (per singola operazione) risulta di 136mila euro (188mila euro in Emilia-Romagna, 186mila euro in Italia).
In tale contesto si inserisce il discorso relativo all’inflazione sul territorio, misurata dall’indice ISTAT NIC (prezzi al consumo per l’intera collettività). Sulla base di tale indice, la variazione tendenziale media per il capoluogo di Rimini (estendibile all’intera provincia) nel semestre gennaio-giugno 2025 è stata pari a +2,4% (Emilia-Romagna: +1,7%, Italia: +1,7%), con un trend altalenante, ovvero, crescente nei primi due mesi (da +2,5% di gennaio a +2,7% di febbraio), in discesa a marzo (+1,9%), nuovamente in salita ad aprile (+2,4%), ancora calante a maggio (+2,1%) e in risalita a giugno (+2,7%), con una dinamica inflattiva tra le più alte in Italia; nello specifico, l’incremento del mese di giugno risulta ben superiore a quello sia regionale (+1,7%) sia nazionale (+1,7%).
Complessivamente, secondo gli Scenari Prometeia, aggiornati a luglio 2025, la provincia di Rimini ha fatto registrare nel 2024 un lieve calo del valore aggiunto stimato pari allo 0,3%, rispetto al +0,1% regionale e al +0,5% nazionale.
Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2025 indicano nel corso dell’anno un andamento in recupero del valore aggiunto, sostanzialmente in linea con le precedenti stime di aprile, che dovrebbe attestarsi intorno al +0,5% (+0,8% in Emilia-Romagna, +0,7% in Italia).
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L’Osservatorio Economico della Camera di commercio della Romagna supporta dal punto di vista informativo la governance del territorio con analisi articolate e tempestive e con focus di approfondimento per le province di Forlì-Cesena e di Rimini: https://www.romagna.camcom.it/it/informazioni/informazione-economico-statistica/osservatorio-economico-e-sociale
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